Terzo anniversario della scomparsa di Silvia Dogliani.
Sono ormai tre anni che Silvia Dogliani ci ha lasciati, ricordiamo tutti con angoscia quella tragica notizia che ci arrivava da un luogo di sogno come l'isola D'Elba, dove Silvia e il fratello si erano recati con tanto entusiasmo per godersi un periodo di meritato riposo. Furono momenti terribili ma la vita doveva continuare e un pensiero si fissò per bene nella mente di tutti e permise di superare almeno parzialmente lo sconforto: il ricordo della grande anima di Silvia e le opere della sua altrettanto grande arte sarebbero sopravvissuti in eterno. Mai una profezia che voleva essere anche un augurio, fu più azzeccata, i fatti che sono accaduti negli ultimi tempi e che continueranno ad accadere lo dimostrano ampiamente: citiamo con orgoglio il “diploma di benemerenza del Ministero della Cultura" assegnatole a Roma, la cittadinanza onoraria attribuitale dal comune di Piedicavallo, gli articoli ammirativi di insignì critici quali Manfredi e Barberis. Come si è arrivati a tanto? Con le doti fondamentali che citavamo all'inizio: grande anima e grande arte, che sono due doti estremamente collegate, anche se, per la verità, non sono patrimonio proprio di tutti gli artisti.
Silvia sapeva trasportare sulla tela gli ideali per cui viveva, ideali di libertà, di giustizia, di responsabilità, di rispetto per tutti, uomini e donne di ogni età, condizione, razza. Bisogna dire che far conoscere al mondo la lezione di vita di questa artista è stato e sarà sempre più nel futuro un grande merito del fratello dottor Guido che ha voluto con tutte le sue forze onorare la sorella non solo per e con i suoi quadri ma appunto anche per quello che lei era e per i sentimenti che professava. Il fratello citando la sua congiunta lo dice spesso a noi amici " Gli ideali, le cose che valgono, il senso morale (non il moralismo) fanno vivere meglio, fanno vivere e non sopravvivere".
Perciò la missione di Guido è e sarà sempre quella di far conoscere Silvia in tutto il suo essere, cioè artista e prima ancora grande donna. Quando un pittore dipinge col suo cuore e col suo sangue, quando dipinge con un'idea bella della vita compie un doppio prodigio, crea un'opera d'arte e lascia un prezioso insegnamento. La "Benemerenza" assegnata alla Dogliani dal Ministero sta a dimostrare quanto abbiamo appena detto : lo Stato ha voluto premiare non solo il pittore ma la persona. Il privato in questo senso diventa pubblico, ha ragione il dottor Dogliani, che vuole prescindere dal minimalismo e fare della nostra pittrice e della sua filosofia comportamentale, un patrimonio e un insegnamento per tutti.