Lettera degli amici di Alba sul Corriere di Alba, Langhe e Roero,
settembre 2002.
Silvia Dogliani ci ha lasciato. Ci ha lasciato nel luogo e nel periodo dell'anno in cui, a tutto si pensa meno che alle cose brutte o alle tragedie: in vacanza sull’isola d'Elba e nei giorni di Ferragosto. Per chi, poi, come gli amici, l'aveva vista superare, negli anni, i momenti difficili della malattia, con straordinaria forza di volontà, l'aver appreso della sua scomparsa è stato un colpo tremendo.
Quando arriva improvvisa una simile notizia si è preda inevitabilmente di stupore, di incredulità e poi naturalmente di dolore. Questo è il classico caso in cui non si trovano le parole, questo è il classico caso in cui si tace annichiliti e si deve far passare un po' di tempo per riuscire a mettere insieme dei concetti e dei pensieri, e Silvia non merita concetti e pensieri banali, ma meriterebbe la penna di un grande scrittore che sapesse onorarla per tutto quello che lei è stata ed ha rappresentato nella sua breve vita.
Silvia era una gran donna; sembrerebbe la frase di circostanza che si rivolge a un caro estinto, ma in questo caso non è cosi: questa è la frase da cui bisogna cominciare per fare un ritratto della nostra amica. Pittrice finissima e molto apprezzata in ambito nazionale e non solo, aveva però una dote che la maggior parte degli artisti non ha: era schiva, non amava mettersi in mostra e, in special modo era altruista e generosa oltre ogni dire. Lei amava appassionatamente la sua arte, ma per lunghi momenti della sua vita, l'ha accantonata per prendersi cura dei suoi cari, per fare da mamma, da segretaria e da infermiera a suo fratello medico, per occuparsi e diventare amica fraterna di moltissimi pazienti dello studio, con particolare attenzione ai più bisognosi, e per "più bisognosi" non intendiamo solo in senso economico. Nata a Fossano, Silvia seguendo il fratello ha vissuto per oltre vent'anni gran parte delle sue giornate ad Alba e qui ha coltivato le amicizie più durature e ha profuso a piene mani la sua grande umanità e il suo alto concetto del sociale. Lei, fossanese ha amato moltissimo Alba e le sue Langhe, regione che percorreva in lungo e in largo alla ricerca di splendidi scorci, di isolati cascinali o di maestosi panorami e non si stancava mai di esternare questo suo amore per le nostre terre, non per niente le dolci e meravigliose colline langhigiane sono state ispiratrici di centinaia di suoi quadri. Silvia ci ha lasciato troppo presto e in modo troppo repentino, ma siamo certi che il suo ricordo non ci abbandonerà mai. Per chi l'ha conosciuta bene lei sarà sempre una figura indimenticabile, che al primo approccio poteva apparire un po' riservata, ma che poi, viceversa, sapeva dare amicizia, affetto e solidarietà come nessuno, e oltre a tutto questo era pure una bravissima artista, anche se lei, con gli amici, si dimenticava di farlo notare. Per chi invece l'ha conosciuta solo superficialmente o non l’ha conosciuta affatto, resteranno a parlare di lei le sue opere. Per fortuna l'arte non è caduca come la vita umana e grazie alla loro arte gli artisti vivono per sempre. Parlando di arte vorremo ricordare che Silvia Dogliani oltre ad aver esposto in molte gallerie d'Italia, ha conseguito una messe di premi, che è qui impossibile elencare per intero.
Citiamo a caso: un Grand Prix des Etrangers" a San Remo, il "Modena arte 1980", il "Biennale città La Spezia 1983", il "Luigi Albarello" della Promotrice Belle Arti di Torino, il "Selene arte 1981" a Milano, il ''New York Video Exposition" Art and Words 1984 a New York presso lo Javitz Center, il "Prix Louis Aragon" 16° Centenario città di Torino 1998 ecc. ecc.
Una grande pittrice insomma e una gran donna. L'abbiamo appena detto: gli artisti non muoiono mai, nel caso di Silvia, e lo diciamo al suo amatissimo fratello, anche le grandi donne non muoiono mai.
Gli amici di ALBA