Lo specifico femminile nella pittura di Silvia Dogliani
Poche volte si scopre in pittrici del nostro tempo una tale capacità comunicativa e sentimentale, quasi espressionistica, attraverso il colore. L’arte di Silvia Dogliani si dispiega nell’originalità della visione, nella sua capacità di tenere il ritmo del discorso in una tensione alla sintesi che le permette di mediare ragione e poesia. Ed il colore, mai in contrasto nella sua tipologia, non si è sporcato, ma è fluito delimitando spazi e oggetti sempre mentali. Una figurazione fantastica, attratta dal reale solo per alcuni spunti disegnativi. Proprio nel rapporto fantasia – realtà risiedeva quel lirismo che ha connotato tutta la produzione di Silvia la quale, della giovinezza ha fatto un simbolo di rinnovamento. L’espressività che ha caratterizzato il suo operare non è mai stata frenata da incertezze tecniche. C’è nei suoi lavori quell’armonia e sensibilità di chi si accosta all’arte con animo sincero, preoccupato di essere chiaro prima a se stesso quindi agli altri. Tutto il suo lavoro è imperniato sull’esistenza dell’uomo, dei suoi sentimenti, dei suoi colori e della sua fragilità.
Sentimenti ed emozioni che nella sua pittura assumono la valenza di simboli, Il suo lavoro sembra frutto di una esperienza onirica. Infatti, pare essere realizzato in uno status simile al sogno, ma dove la percezione della realtà permane, come l’orientamento nel tempo e nello spazio. Sogno e realtà creano in lei un dualismo di “Distruzione e Rinascita”, emergente in alcune sue opere. Uno stile opposto alle convenzioni, sebbene oggi, tranne che nel mondo accademico, forse, non esistano convenzioni. Silvia ha voluto rappresentare la condizione temporanea dell’uomo, ed in maniera prevalente quella della donna, realizzandola simbolicamente. Ha rappresentato l’animo femminile stretto tra due fuochi; la figura che domina sempre l’opera, è nata dall’unione di due colori (e qui il simbolismo) che rappresentano tre degli elementi aristotelici: l’aria diventa il paradiso luogo di resurrezione dei sensi, l’acqua il purgatorio che raffigura la vita materiale ed il fuco è l’inferno, il lato buio delle persone, le loro pulsioni “impure”. Scoprendo il sotterraneo universo femminile che Silvia ha sempre trattato, con i timori e le necessità delle donne che esprimono il loro disagio, si arriva a percepire la loro parte più importante, più ambita e delicata, il corpo e l’anima che Silvia esprime attraverso il volto. Gli sguardi delle sue donne, a volte sereni o enigmatici sembrano voler lottare verso una libertà femminile di grande verità! Il volto femminile, secolarmente abituato ad essere dispensatore di amore e conforto, ad essere parte per gli altri e non parte di sé, nella rappresentazione della Dogliani riconquista se stessa in un unico importante gesto. Ed il conseguente atto dello scrivere diviene, allora, la rappresentazione simbolica di una personale auto realizzazione come pittrice che, attraverso il segno lasciato sulla tela, e per estensione, ha rappresentato anche la traccia lasciata sulla realtà da tutte le donne che si sono imposte, e s’impongono, così, protagoniste.
Dott.ssa Cinzia Tesio, storico dell'arte