SILVIA DOGLIANI, sensibile ed introversa figura di donna, affida ai suoi dipinti un silenzioso messaggio umano. Dipingere per comunicare, per riconoscersi, per vivere. I suoi personaggi in primo luogo diventano ideali modelli ad immagine di affetti perduti o ritrovati.
Ricorre sempre una tenera figura, come incarnazione di un mondo affettivo che si realizza appieno forse solo sulla tela.
Quei volti e corpi a mezzo busto di donne attonite, giovinette e ragazzi così scabri ed essenziali, sono il frutto di una ricerca stilistica e materica, oltre che naturalmente di contenuti.
La Dogliani è giunta alla pittura per esigenze di vita; come liberazione da profondi affanni, allieva per alcuni anni di Livio Pezzato.
Con la padronanza del mezzo tecnico, Silvia Dogliani abbandona lo stile del maestro, per giungere a realizzazioni personali, anche se vagamente influenzata dagli « espressionisti ».
Interessanti nature morte, fiori, qualche paesaggio sono in primo tempo i soggetti che l'attraggono.
Ora invece domina prepotente l'osservazione per la figura sempre giovane ed accattivante.
Una certa solitudine affiora tuttavia sui volti rigorosamente delineati, volti che rispecchiano anche le diverse contraddizioni della personalità umana.
Uno studio direi di introspezione che restituisce spesso inconsciamente i caratteri somatici dell'autrice.
Trattasi dunque di ritratti intimi, dove è inutile naturalmente cercare somiglianze, mentre è indispensabile osservare oltre quel « fondo» piatto a mezzi toni, quelle anime volutamente deformate, perchè esprimono in sintesi le perplessità, le ansie ed anche le dolcezze della pittrice. Una mostra che sollecita interrogativi, che certamente farà riflettere perché si spinge oltre i canoni tradizionali della pittura figurativa, pur rappresentando una figurazione reale, ma che certamente si stacca dalla realtà, con realistica astrazione.
Una pittura ancora un poco acerba, che migliorerà nel tempo, perché ne ha tutti i presupposti, ma soprattutto perché Silvia Dogliani ha intuito chiaramente la sua « strada ».